Ottica matriciale

L'ottica matriciale è un particolare formalismo che permette di ricavare la traiettoria di un raggio luminoso (nelle approssimazioni dell'ottica geometrica) all'interno di un sistema ottico centrato; più nel dettaglio il raggio luminoso viene schematizzato come un vettore colonna a due componenti non omogenee: la prima rappresenta la distanza del raggio dall'asse ottico del sistema, la seconda invece la sua inclinazione rispetto allo stesso asse.

Notazione

Se si indica con z la distanza misurata sull'asse ottico, in ottica matriciale un raggio luminoso viene scritto come

r ( z ) = ( r ( z ) d r d z ( z ) ) {\displaystyle {\vec {r}}(z)={\begin{pmatrix}r(z)\\{\frac {dr}{dz}}(z)\end{pmatrix}}}

Consideriamo poi un qualsiasi elemento ottico attraversato dal raggio ed indichiamo con r i ( z ) {\displaystyle {\vec {r}}_{i}(z)} e r o ( z ) {\displaystyle {\vec {r}}_{o}(z)} rispettivamente il raggio in ingresso e in uscita dall'elemento considerato, l'ottica geometrica permette di ricavare r o ( z ) {\displaystyle {\vec {r}}_{o}(z)} a partire da r i ( z ) {\displaystyle {\vec {r}}_{i}(z)} con una relazione del tipo

r o ( z ) = ( A B C D ) r i ( z ) {\displaystyle {\vec {r}}_{o}(z)={\begin{pmatrix}A&B\\C&D\end{pmatrix}}{\vec {r}}_{i}(z)}

dove la matrice 2 × {\displaystyle \times } 2 ABCD è una caratteristica dell'elemento ottico considerato. Con questo formalismo la propagazione attraverso due elementi ottici consecutivi caratterizzati da matrici M 1 {\displaystyle _{1}} e M 2 {\displaystyle _{2}} è data da un unico elemento descritto dalla matrice prodotto M 1 {\displaystyle _{1}} M 2 {\displaystyle _{2}} .

Esempi notevoli

Mezzo omogeneo di spessore d

M = ( 1 d 0 1 ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}1&d\\0&1\end{pmatrix}}}

Interfaccia piana tra due dielettrici con indici di rifrazione n 1 {\displaystyle n_{1}} e n 2 {\displaystyle n_{2}}

M = ( 1 0 0 n 1 n 2 ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}1&0\\0&{\frac {n_{1}}{n_{2}}}\end{pmatrix}}}

Interfaccia curva (raggio di curvatura R {\displaystyle R} ) tra due dielettrici con indici di rifrazione n 1 {\displaystyle n_{1}} e n 2 {\displaystyle n_{2}}

M = ( 1 0 n 1 n 2 n 2 R n 1 n 2 ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}1&0\\{\frac {n_{1}-n_{2}}{n_{2}R}}&{\frac {n_{1}}{n_{2}}}\end{pmatrix}}}

Lente sottile di focale f {\displaystyle f\quad } (attenzione: f < 0 {\displaystyle f<0} se la lente è divergente)

M = ( 1 0 1 f 1 ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}1&0\\-{\frac {1}{f}}&1\end{pmatrix}}}

Due lenti di focali f 1 {\displaystyle f_{1}\quad } e f 2 {\displaystyle f_{2}\quad } in configurazione telescopica

M = ( f 2 f 1 f 1 + f 2 0 f 1 f 2 ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}-{\frac {f_{2}}{f_{1}}}&f_{1}+f_{2}\\0&-{\frac {f_{1}}{f_{2}}}\end{pmatrix}}}

Fibra ottica o lente GRIN con indice di rifrazione graduato secondo la legge n = n 0 1 2 n 2 r 2 {\displaystyle n=n_{0}-{\frac {1}{2}}n_{2}r^{2}} e pitch φ 2 π {\displaystyle {\frac {\varphi }{2\pi }}}

M = ( cos φ sin φ n 0 n 2 sin φ n 0 n 2 cos φ ) {\displaystyle M={\begin{pmatrix}\cos {\varphi }&{\frac {\sin {\varphi }}{\sqrt {n_{0}n_{2}}}}\\-{\frac {\sin {\varphi }}{\sqrt {n_{0}n_{2}}}}&\cos {\varphi }\end{pmatrix}}}

Con argomenti termodinamici si può dimostrare una proprietà generale delle matrici ABCD dell'ottica geometrica e cioè che il determinante di tali matrici A D B C {\displaystyle AD-BC} è sempre uguale al rapporto n 1 n 2 {\displaystyle {\frac {n_{1}}{n_{2}}}} fra gli indici di rifrazione dei mezzi di ingresso e uscita dell'elemento ottico considerato.