Paolo Ferrario

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Paolo Ferrario
Ferrario al Cesena nel 1970
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 178 cm
Peso 82 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 1975 - giocatore
Carriera
Giovanili
1950-1959  Milan
Squadre di club1
1959-1960  Milan5 (0)
1960-1961  Lazio7 (1)
1961  Milan0 (0)
1961-1962  Lazio7 (1)
1962-1963  Simmenthal-Monza27 (18)
1963-1966  Milan33 (16)
1966-1967  Cesena22 (13)
1967-1968  Bologna6 (2)
1968  Varese1 (0)
1968-1969  Perugia21 (6)
1969-1972  Cesena73 (21)
1972-1973  Ternana4 (0)
1973-1974  Bellaria10 (0)
1974-1975  Novese24 (9)
Nazionale
1960-1963Bandiera dell'Italia Italia U-216 (6)
Carriera da allenatore
1976-1978  CesenaGiovanili
1976-1977  Cesena
1978-1979  MilanGiovanili
1979  Messina
1980-1981  Teramo
1982  Venezia
1982-1983  Ravenna
1983  Conegliano
1983-1985  Ospitaletto
1985-1986  Rondinella
1986-1988  Trento
1988-1989  Modena
1990  Rimini
1990-1991  Trento
1993-1995  Ospitaletto
1995-1996  Novara
1996-1997  BresciaPrimavera
1997-1998  Brescia
1998  Triestina
2000-2001  Cesena
2007  Olbia
Palmarès
 Giochi del Mediterraneo
Oro Italia 1963
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al dicembre 2008
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Paolo Ferrario (Milano, 1º marzo 1942) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

Caratteristiche tecniche

Era soprannominato Ciapina (da Ugo Ciappina della famosa "Banda Dovunque") per l'abilità nel realizzare gol di rapina.

Carriera

Giocatore

Paolo Ferrario e Gianni Rivera al Milan

Cresciuto nel Milan, a sedici anni entrò già nel giro della prima squadra, esordendo in Serie A il 15 novembre 1959 in Padova-Milan (2-0). Nei tre anni successivi venne dato in prestito alla Lazio, dove restò per due stagioni senza lasciare il segno, e al Monza dove disputò un ottimo campionato di Serie B, segnando 18 gol in 27 partite, che convinsero la società rossonera a richiamarlo a Milano. In questa sua seconda esperienza meneghina sembra trovò spazio in prima squadra nella stagione 1964-65, quando, a causa dei diverbi tra la società e l'asso brasiliano Altafini che spinsero quest'ultimo a trasferirsi temporaneamente in patria,[1][2] Ferrario si trovò a giocare titolare buona parte della stagione. Il suo contributo alla causa fu importante, e con i suoi 12 gol in 20 partite permise al Milan di portarsi a nove lunghezze di vantaggio sui rivali cittadini dell'Inter. Il rientro a febbraio di Altafini a Milan[3] comportò il ritorno in panchina di Ferrario, cui coincise il crollo in campionato dei rossoneri che persero in rimonta la volata scudetto con i nerazzurri.[4]

Successivamente Ferrario giocò anche con Varese, Cesena, Bologna, Perugia terminando la carriera nel 1973 nella Ternana.

In carriera ha totalizzato complessivamente 56 presenze e 19 reti in Serie A e 128 presenze e 46 reti in Serie B.

Se non sfondò mai veramente nel calcio professionistico, ciò fu dovuto in buona parte alla passione di Ferrario per l'ippica e le scommesse, che prevaleva perfino su quella per il calcio,[4] e in generale a un'indole esuberante e distratta, che non lo fece mai dedicare appieno alla causa calcistica.[5]

Allenatore

Dopo la fine della carriera di calciatore è diventato allenatore iniziando nelle giovanili del Cesena.

Nel 1977 ha partecipato al supercorso di Coverciano e dopo un anno nelle giovanili del Milan ha iniziato un pellegrinaggio tra diverse squadre tra le quali Messina, Brescia Calcio, Cesena, Venezia, Ospitaletto (nella stagione 1983-1984[6]), Ravenna[7], Triestina, Rimini, Trento (dove ha ottenuto il miglior risultato sportivo della società gialloblù, un settimo posto nel campionato di Serie C1) e Olbia.

Palmarès

Giocatore

Club

Milan: 1959, 1960

Nazionale

Italia 1963

Allenatore

Novara: 1995-1996 (girone A)

Note

  1. ^ L'eroe di Wembley è stato ripagato con la solita moneta: l'ingratitudine (JPG), in MilanInter, 20 settembre 1964, p. 10. URL consultato il 15 luglio 2023.
  2. ^ L'eroe di Wembley è stato ripagato con la solita moneta: l'ingratitudine (JPG), in MilanInter, 20 settembre 1964, p. 10. URL consultato il 15 luglio 2023.
  3. ^ Il ritorno di Josè (JPG), in MilanInter, 1º febbraio 1965, p. 4. URL consultato il 15 luglio 2023.
  4. ^ a b Paolone Ferrario (JPG), in Intrepido, pp. 21–22. URL consultato il 15 luglio 2023.
  5. ^ Paolo Ferrario ovvero: il "suicidio" di un campione (JPG), in MilanInter, 16 settembre 1963, p. 11. URL consultato il 15 luglio 2023.
  6. ^ Beltrami, 1984, p. 301.
  7. ^ Beltrami, 1983, p. 307.

Bibliografia

  • Almanacco illustrato dal calcio 1975, Panini, p. 295.
  • Arrigo Beltrami (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1984, Modena, Panini, 1983.
  • Arrigo Beltrami (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1985, Modena, Panini, 1984.

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Collegamenti esterni

  • (DEENIT) Paolo Ferrario (calciatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG. Modifica su Wikidata
  • (DEENIT) Paolo Ferrario (allenatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG. Modifica su Wikidata
  • Paolo Ferrario, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH. Modifica su Wikidata
  • Dario Marchetti (a cura di), Paolo Ferrario, su Enciclopediadelcalcio.it, 2011.
  • Paolo Ferrario, su magliarossonera.it.
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